MESSINA. La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza nei confronti di Francesca Picilli, la giovane santagatese accusata di omicidio preterintenzionale per la morte di Benedetto Vinci, il suo fidanzato, deceduto per le conseguenze di una coltellata. Il decesso  risale al 12 marzo 2012 a Sant’Agata Militello. Il ragazzo fu ferito all’addome ma, una decina di giorni dopo, una volta dimesso dall’ospedale e tornato a casa, morì.

La Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte di Assise di Messina nei confronti di Francesca Picilli, nel gennaio 2017. La giovane santagatese era stata condannata in primo grado alla pena di 18 anni di reclusione, poi ridotti in appello a 14 anni. La Suprema Corte, accogliendo  il ricorso presentato dall’avvocato Nino Favazzo, difensore della giovane, ha annullato la sentenza di condanna, con rinvio alla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria, che dovrà riscrivere la pena, riconoscendo la giovane meritevole anche delle attenuanti generiche. “Ho sempre ritenuto non corretta la qualificazione giuridica in termini di omicidio preterintenzionale – dichiara l’avvocato Favazzo – essendo al più ravvisabile nei fatti una condotta colposa. Si è trattato, insomma, di una tragica fatalità, che ha spezzato due giovani vite – quella della vittima e quella della imputata – ed ecco perché la pena applicata mi è sempre sembrata eccessiva e non giustificata. Oggi la Suprema Corte ha confermato questa mia certezza”.

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