MESSINA. Quante aziende si curano di trasferire correttamente la governance del proprio patrimonio alle generazioni successive? Quante si occupano di mettere nelle condizioni figli e nipoti di poter condurre nel migliore dei modi il patrimonio aziendale? Secondo uno studio pubblicato dalla Banca d’Italia, sembrerebbe che oltre il 70% delle imprese a carattere familiare non sopravviva alla prima generazione e un ulteriore 50% scompaia tra la seconda e la terza generazione. In estrema sintesi, arriva alla terza generazione solo il 15% delle imprese.

E c’è un altro dato che deve invitare ad una seria riflessione: L’Italia sta invecchiando e con essa anche gli imprenditori italiani. L’innalzamento della vita media protrae inevitabilmente la convivenza fra diverse le generazioni in azienda rendendo indispensabili una pianificazione e una vera e propria organizzazione del ricambio, che è fatto di diversi aspetti patrimoniali e successori, fiscali, ma anche di governance e costruzione di managerialità.

Le imprese di micro-piccole dimensioni, che sono quelle che con maggiori difficoltà superano i passaggi generazionali, incidono per circa il 42% sul segmento delle imprese familiari.

Da qui, l’esigenza di adeguato supporto e programmazione di questa fase cruciale, da cui dipende la continuità dal valore prodotto, del lavoro impiegato e del know how imprenditoriale.

Il passaggio generazionale è il momento più delicato nella vita delle aziende familiari: si manifesta con la necessità di assicurare un corretto trasferimento della proprietà, creando al contempo le condizioni di governance che assicurino la continuità dell’impresa.

Per questo Sicindustria Messina ha organizzato un momento di confronto e riflessione che si avvarrà degli esperti del gruppo Fideuram. Le imprese associate, Padri e figli, dei gruppi imprenditoriali del territorio, potranno approfondire l’argomento nel cocktail organizzato al Marina del Nettuno Yachting Club martedì 29 maggio alle 16,30. Interverranno Ivo Blandina, presidente di Sicindustria Messina e i manager del gruppo Fideuram Elisabetta Baradello, Francesco Pirolo e Antonio Di Mascio.

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