MESSINA. Galeotto fu il tiramisù portatile: l’invenzione culinaria di Pasquale Caliri è diventato l’ennesimo terreno di scontro tra “terroni” e “polentoni”. La sua trovata, infatti, non è andata giù a Treviso, che rivendica la primogenitura del dolce originale: esattamente come succede ai siciliani quando qualcuno si permette di violare la sacralità gastronomica e dolciaria di arancini e cannoli.

La specialità dello chef Caliri consiste in un box che contiene un tubo con la crema al Caffè e una scatoletta con i mini savoiardi e un cucchiaino al cioccolato. La specialità, finita sull’Ansa, è arrivata nel trevigiano e sui giornali del Nordest (in basso l’articolo con la “polemica”). E con questa le contestazioni. Ristoratori e sindaci insomma rivendicano la nascita del dolce e quindi giudicano quella di Caliri quasi una forzatura di natura commerciale.

“Il segreto del “Tirami più su’  – dichiara Pasquale Caliri che comunque vuole smorzare le polemiche con i colleghi del Nord – sono le uova bianche di razza siciliana allevate in modo naturale che contengono poco colesterolo e tanta vitamina A e E. Le “Uova di Sivio”, il produttore da cui mi fornisco –  continua Caliri – alleva razze antiche di galline che oltre alle qualità benefiche per il nostro organismo valorizzano il sapore del nostro Tirami più su.” Per la cronaca “le uova di Silvio” del produttore Silvio Ontario sono certificate in una lunga relazione scientifica dal professore Vittorio Calabrese della cattedra di biochimica e clinica dell’Università di Catania.

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