MESSINA. Ventinove liste per il consiglio comunale, sette candidati a sindaco, poco meno di novecento contendenti per uno dei trentadue posti in aula consilare: con la presentazione delle liste (al netto di “bocciature” e ricorsi) entra nel vivo la contesa elettorale di Palazzo Zanca.

Spulciando le liste, le storie che emergono sono parecchie. E gustosissime. Quelle di Giovanni Lazzari e Pino Falzea, per esempio: assessori designati il primo per il centrosinistra, il secondo per il centrodestra, i due architetti si guardano “belligeranti” dalle due parti della barricata, eppure per anni hanno “monopolizzato” la presidenza dell’ordine degli architetti con un ticket di ferro, rappresentando insieme l’ala maggioritaria dell’ordine professionale messinese. Falzea (in lista con “Bramanti Sindaco”), inoltre, è presidente di Capitale Messina, associazione della quale fa parte anche Paolo Bitto, che si presenta nelle file di Peloro 2023, altra lista a sostegno di Bramanti.

Falzea è attualmente presidente dell’ordine degli architetti messinesi, ed è subentrato proprio a Giovanni Lazzari, presidente durante lo scorso mandato, poi ricandidato e quindi decaduto dopo un ricorso presentato da due colleghi ( Dario La Fauci e Gaetano Montalto, anche loro già presidenti dell’ordine di Messina) per aver ricoperto tre mandati consecutivi. Lazzari aveva manifestato intenzione di ricandidarsi al consiglio per la tornata elettorale di aprile, imposta dall’ordine nazionale per la sua stessa surroga, ma poi ha deciso di non ricandidarsi.

Stamattina Falzea ha comunicato tramite Pec ai consiglieri degli architetti la sua autosospensione dal consiglio dell’ordine.

 

 

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