MESSINA. A meno di un mese dal voto, a Messina iniziano ad arrivare i big dei partiti schierati per la corsa a sindaco. A due giorni dall’apertura della campagna elettorale, si è presentato a Messina Mario Giarrusso,  lo spumeggiante (e spesso sotto i riflettori) capogruppo M5S della commissione speciale del Senato, in città per sostenere la candidatura a sindaco di Gaetano Sciacca.

E in quanto a polemiche Giarrusso non si è fatto pregare, prendendo di mira soprattutto Francantonio Genovese: “E’ importante con il voto del 10 Giugno dimostrare che noi siciliani, che voi messinesi, non svendiamo il nostro voto per una busta della spesa – ha dichiarato il senatore – Perché oggi Genovese e Franco Rinaldi devono rispondere, in concorso, di associazione ‘allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti di corruzione elettorale’ e viene loro attribuito il ruolo di promotori e organizzatori, in quanto interessati direttamente al buon esito delle consultazioni elettorali’”.

“Allora – ha continuato Giarrusso, tirando in ballo anche il figlio, Luigi Genovese – non possiamo sottacere come il percorso politico continua oggi con un ragazzino che ha preso 17mila preferenze, che porta quello stesso cognome e che fa parte di un area politica che oggi esprime un candidato sindaco. Va detto che le tre liste che Genovese mette in campo, per via dell’effetto trascinamento appena reinserito dalla nuova legge elettorale, sosteranno Dino Bramanti. Allora il 10 giugno diciamo ‘no’ a questa accozzaglia di potere – ha concluso – Votiamo un progetto di onestà e competenza che questa città la vuole cambiare davvero, dando alla città un sindaco che sappia anche fare funzionare la macchina amministrativa”.

Prima di Giarrusso sono intervenute la deputata Angela Raffa ed all’avvocato Marzia Schepis. La prima ha puntato il dito contro chi “vive le elezioni con indifferenza, pensando al parente, amico o collega candidato. Non ci si rende conto dell’importanza di questo voto per contrastare delle logiche che alcuni ritengono esagerate o persino non esistano. Eppure le inchieste giudiziarie ancora in corso ci raccontano una realtà diversa. Clan mafiosi che cercano voti per fare eleggere il loro consigliere comunale di riferimento. Sentenze già definitive sui casi di corruzione elettore”, ha spiegato Angela raffa, prima di parlare dell’operazione Matassa e di tornare su Luigi Genovese, “Ha presentato poco tempo fa una proposta alla Regione affinché anche la gestione del Papardo passi all’I.R.C.C.S. centro neurolesi “Bonino Pulejo, di cui Bramanti, attualmente ‘in sospensione volontaria’ solo per candidarsi sindaco, è il direttore“.

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