MESSINA – Una denuncia presentata da Giuseppina Fileti all’ispettorato del lavoro che accusa la presidente del Consiglio comunale, candidata sindaca, Emilia Barrile, di avere lavorato in nero in una cooperativa che fa capo alla presidente, sebbene non risulti ufficialmente.

Una denuncia di cui dà oggi notizia la Gazzetta del Sud e alla quale risponde adesso la candidata in una nota di fuoco: “Proveranno ad affossarmi, statene certi, ma non ci riusciranno. Lo avevo detto lo scorso 8 aprile, quando presentai la mia candidatura a sindaco, e lo ribadisco con ancora più forza oggi”, esordisce così la presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, candidata sindaco con la lista Leali-Progetto per Messina, in merito alla notizia riportata relativa alla denuncia presentata presso l’Ispettorato del Lavoro dalla signora Giuseppina Fileti”.

Barrile sottolinea lo strano tempismo della denuncia: “Non è certo una casualità che questa bomba ad orologeria esploda, con una puntualità disarmante, a meno di un mese dalle elezioni, proprio quando tutti i sondaggi mi danno in netta ascesa, attribuendomi già adesso una percentuale superiore al 10%. Un numero enorme per chi sta annaspando in questa competizione elettorale”.

E spiega: “Premesso che tutta l’umana comprensione che, fino ad oggi, ho riservato alla signora Fileti si è esaurita, la sua ultima uscita mi impone di preparare con i miei avvocati il ricorso alle vie legali. Mi corre inoltre lo spiacevole obbligo di dare spiegazioni attraverso i media affinché la gente sia a conoscenza della vicenda. La Fileti, evidentemente manovrata da qualcuno (bassa, bassissima politica), mi ha chiesto aiuto in diverse occasioni e io l’ho sostenuta come ho potuto: una volta il filetto, un’altra gli omogeneizzati, un’altra i vestiti per la nipotina. Cosa non si fa quando si ha davanti chi versa in condizioni di indigenza e chiede aiuto? Io cerco di aiutare e non resto insensibile davanti a situazioni simili: è la mia indole e non posso cambiarla, non potrei nonostante episodi simili. Dopodiché la signora, per un breve periodo tra il dicembre del 2015 e l’inizio del 2016, quando avevo avuto dei problemi di salute peraltro noti, si era proposta di venire a darmi una mano a casa. Un cambio stagionale e qualche altra occasione, nella giornata di sabato in cui lei era più libera, in maniera assolutamente episodica e saltuaria. Altro che full time, altro che licenziata nel momento del bisogno: non c’è mai stato un rapporto di lavoro ed era stata la stessa signora, in maniera assolutamente naturale, a non venire più quando io avevo risolto i miei problemi di salute e lei ne aveva avuti di suoi! Il rapporto era amicale, così perlomeno l’avevo sempre visto io. Oltretutto io sono fatta a modo mio, e i servizi in casa preferisco farmeli da sola o al massimo con mia madre e le mie figlie.

Poi la situazione è cambiata e la Fileti ha iniziato a nutrire astio nei miei confronti. L’occasione è pubblica: nel mese di marzo 2018 venne in presidenza chiedendomi ancora una volta aiuto, 600 o 700 euro, in questo momento non ricordo di preciso, cifra pari all’acconto da lei dovuto allo Iacp per il saldo degli arretrati necessari ad evitare il provvedimento di sfratto. Io stessa l’avevo consigliata, spiegandole quali fossero le procedure necessarie a presentare la domanda per la rateizzazione della cifra. Ma chiaramente non le diedi quella somma, non avrei potuto neanche se avessi voluto perché non sono un Paperone. Ma la signora non la prese bene. Anzi, direi che la prese proprio male, minacciando che me l’avrebbe fatta pagare. E così sta provando a fare”.

“Ho commesso qualche leggerezza – ammette infine la candidata – ho consentito ad un’estranea di entrare in casa mia per quanto sia venuta in forma amicale (e non retribuita, lo ribadisco fino all’infinito).
Ho ceduto alla tenerezza verso una persona in difficoltà e non ho ritenuto di dover denunciare le minacce ricevute. Ok, ho sbagliato e lo ammetto, ma è stato un errore fatto in buona fede, non pensando di dovermi tutelare”.

“Per quanto riguarda il resto, smentisco categoricamente di aver avuto alcun ruolo nell’ambito della Cooperativa Universo e Ambiente, neppure fattuale – conclude la presidente -. Una Cooperativa che all’atto della costituzione, nel lontano 2006, vedeva al suo interno persone a me vicine ma che da anni ormai sono fuori dalla società. Mi sconforta, lo ammetto, leggere quel titolo di giornale stamattina, ma non mi posso fare scalfire. Mi spiace che la signora abbia agito in tal senso e mi spiace ancora di più che lo abbia fatto mossa da una lunga mano che l’ha evidentemente strumentalizzata, in piena campagna elettorale. Sono state dette troppe falsità che, fortunatamente, posso smentire in maniera netta e in qualunque momento. Ed è quello che farò nelle sedi competenti. Sapevo che si sarebbe attivata una macchina del fango contro di me e non mi stupisce sia partita adesso, dopo l’ufficializzazione di una candidatura che in troppi credevano sarebbe stata ritirata prima di entrare nel vivo di una competizione elettorale che aveva già mostrato di avere le premesse di grande bassezza”.

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