MESSINA. “Siamo la vera possibilità di cambiamento per Messina“. E’ molto chiara Valentina Zafarana, deputata regionale dei 5 stelle, nel lanciare la candidatura di Gaetano Sciacca a sindaco di Messina. C’è curiosità verso il Movimento di Di Maio. Sulla tenuta di popolarità rispetto alle regionali e alle politiche. Su quanto terrà la leadership cittadina clamorosamente conquistata solo due mesi fa. Su Gaetano Sciacca, su quanto la città ricorda del suo impegno per ricostruire Giampilieri (e per chi se lo fosse dimenticato, ci ha pensato Valentina Zafarana a ribadirlo).

Da parte sua, Sciacca (che a febbraio alla candidatura sosteneva di non pensarci nemmeno) ci tiene a differenziarsi dal resto dei candidati, come ha fatto fin dall’inizio. Niente progetti faraonici, nemmeno uno: solo una rivoluzione per normalizzare Messina, come sostiene gli chiedano i cittadini. “I D-day ci hanno consentito di capire cosa la gente vuole, di ascoltarli per inserire i loro bisogni nel nostro programma – conferma – I gazebo che abbiamo fatto in questo periodo elettorale saranno replicati anche dopo, per trasferire le istanze della gente al palazzo. La gente chiede cose semplici,  una buona amministrazione senza voli pindarici, ma soprattutto lavoro e valorizzazione del territorio: il nostro paesaggio è unico, non ci sono città simili”. Breve interruzione per l’arrivo dei parlamentari regionali Antonio De Luca e Giancarlo Cancelleri, poi si ricomincia.

“Dobbiamo fare in modo che funzionino i servizi comunali, a cominciare dallo sportello unico delle attività produttive, dobbiamo abbattere i tributi comunali, dobbiamo mettere i cittadini in condizione di essere facilitati nella loro attività – spiega – Il commerciante non va visto come un ostacolo, va preservato, va incentivato”. Poi la stoccata agli avversari: “Abbiamo sentito programmi impossibili, fatti apposta per confondere le idee: i nostri sono immediatamente fattibili, dal waterfront liberato alla fiera riaperta a tutti. E al centro di tutto le periferie, alle quali sto dedicando quasi più attenzione che al centro. La città ha bisogno di un progetto serio e credibile”. Poi un’idea ancora inedita: “Vedremo se c’è la possibilità di spostare i traghetti privati all’interno del porto storico: abbiamo cinque invasature inutilizzate da sfruttare per forza, per liberare immediatamente la Rada san Francesco”.

Sulla lista unica, che fa partire il M5s con un notevole handicap, si è espresso il deputato regionale Antonio De Luca, riconoscendo che effettivamente il problema c’è: “Al netto di quel voto clientelare che a Messina esiste, lo dimostrano le ultime inchieste, siamo fermamente convinti che l’elettorato messinese sia cambiato, sia diventato critico. Il cambiamento è una cosa importante, con l’amministrazione di Renato Accorinti c’è stato un passo in avanti ma non è stato abbastanza. I vecchi partiti si mascherano da liste civiche ma sono vecchi: noi ci presentiamo con competenze amministrative e scelte territoriali diverse”. Tra le quali, differentemente dal 2013, le candidature al quartiere. “Perché abbiamo un radicamento nella città”, spiega De Luca”.

Una forte autocritica arriva da Giancarlo Cancelleri, candidato alla presidenza della regione nel 2012 e 2017: “Ci eravamo chiusi in modo molto elitario, sbagliando. Oggi invece ci siamo aperti alla società civile, la candidatura di gaetano Sciacca discende da questo. Noi le città vogliamo governarle, vogliamo risolvere i problemi. E’ finito il tempo della lamentela, quando lo stato non c’è, è il cittadino che diventa stato. E lo facciamo dal 2007″. “Nel 2013 eravamo ingenui“, conferma un po’ imbarazzato Ciccio D’Uva, all’epoca freschissimo deputato (come oggi) e portavoce del movimento “non si può parlare solo di idee, abbiamo bisogno di candidati credibili”.

“A noi interessano progetti e idee, non i voti”, spiega Angela Raffa, neo deputata nazionale, mentre la chiusura tocca a Grazia D’Angelo, senatrice eletta a marzo. “Perchè Gaetano Sciacca? Una scelta naturale”. La rappresentativa parlamentare dei pentastellati è folta e assicurata anche dalla presenza della vicepresidentessa della Camera Maria Edera Spadoni, che tra gli ovvi complimenti alla Sicilia non ha lesinato una stoccata al sistema trasportistico, puntando il dito su tutte le tratte di autostrada della Messina-Catania che oggi si percorrono ad una sola corsia.

Sull’ipotesi che Gaetano Sciacca, in quanto dirigente regionale, debba dimettersi per partecipare alle amministrative, è lo stesso candidato a sciogliere le riserve: “Non mi devo dimettere, ho chiesto due pareri legali alla Regione e non devo farlo. Però – conclude con una battuta – mi metterò in ferie, ne ho molte arretrate. E le trascorrerò in mezzo alla gente”.

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