MESSINA – “Li hai sentiti vero?”… “Minchia dei botti vero!”. Parlava così al telefono Maurizio Calabrò poche ore dopo l’attentato alla bottiglieria enoteca di via Consolare Valeria. Un grave episodio che si verificò il pomeriggio del 21 novembre 2014 finito nell’operazione “Far west” che ha portato a sei arresti per, a vario titolo, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, spaccio di stupefacenti, furto aggravato, ricettazione e minacce. “Un significativo spessore criminale e una spiccata pericolosità sociale- così scrive il gip nell’ordinanza- avuto riguardo in particolare alla stabile e costante dedizione allo spaccio”.

Come ricostruito dalle indagini coordinate dai sostituti procuratori Liliana Todaro e Antonio Carchietti l’attentato all’enoteca scattò intorno alle 18,30, in due arrivati su uno scooter, spararono diversi colpi contro la vetrina del negozio di via Consolare Valeria. Solo per caso nessuno ebbe gravi conseguenze, gli spari infatti si verificarono in un orario in cui negozi, bar ed altre attività erano ancora aperte in un quartiere tra i più popolosi della città. Fin dal primo momento le indagini presero una direzione ben precisa. Poche ore dopo i carabinieri intercettarono una conversazione in cui Calabrò chiedeva ad un amico se avesse sentito i botti alludendo, secondo gli investigatori, agli spari del pomeriggio. L’episodio è contestato a Maurizio Calabrò e Giuseppe Giacoppo. La pistola utilizzata fu poi ritrovata nel corso delle indagini che seguirono e sottoposta ad un esame dei carabinieri del Ris.

La presenza di armi e la facilità di maneggiarle emerge chiara dalle intercettazioni. Il 13 gennaio 2015 i carabinieri registrano una conversazione di Giacoppo nel corso della quale chiedeva al suo interlocutore del grasso perché doveva pulire due armi “due belle cose da pulire…belle da sistemare”. Alla richiesta di quali armi si trattassero lui rispondeva: “ho la nove Castro…e….un sette Beretta….la nove Castro…è sai quella americana…quella micidiale in quel modo!” ed ancora “Buona è!…Minchia…ho cinquanta colpi di quella! ….buona è!”.

Le intercettazioni hanno svelato anche le pesanti reazioni contro quanti non riuscivano a saldare i debiti contratti per l’acquisto della droga. Come il giovane punito a colpi di bastone per non aver pagato lo stupefacente acquistato. I carabinieri intercettano la conversazione tra la vittima che con un amico si lamenta: “niente…mi fa male la schiena…mi ha consumato”. Per togliere dai guai il nipote era dovuto intervenire il nonno del ragazzo che aveva provveduto a saldare il debito arrivando a consegnare la propria auto a titolo di garanzia.

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