Musica: fra cantautorato, jazz e classica

 

 

Consueta scorpacciata di musica del weekend, a partire dal Retronouveau, dove si esibirà il cantautore romano Galeffi (si inizia alle 23:30). Cresciuto fra calcio, cinema e Beatles, il giovane artista ha iniziato la sua carriera scrivendo canzoni in inglese per poi tornare alla sua lingua madre con il singolo di debutto “Occhiaie” e quindi con il disco di esordio “Scudetto”, prodotto dall’etichetta Maciste Dischi ed edito dal 24 novembre. Accolto immediatamente a braccia aperte all’interno dello scenario indipendente italiano, il primo album di Galeffi è un concentrato di canzoni sfacciate e pop, elegantemente intrise di vita quotidiana, di amori totali, rimandi letterari e tratti surreali, con le più evocative allusioni del Brit Pop anni ’90 declinate in salsa cantautoriale.

Appuntamento nel segno del jazz alla Feltrinelli di Via Ghibellina, con il concerto della  “The Karapub Jazz Band” (ore 21), mentre sarà all’insegna del rock psichedelico il primo live primaverile in scena nel “megagiardino” del Dalek Studio di via Tremonti, con l’esibizione dal vivo del solista scozzese Howie Reeve, ex bassista in diverse band indipendenti (tra cui i Tattie Toes) che ha avuto l’onore di “aprire” i concerti di mostri sacri della musica come Mogwai e Godspeedyou!Black Emperor. Al suo attivo anche una collaborazione con il leggendario Mike Watt, con il quale ha registrato un piccolo capolavoro sottoforma di Ep.

Chiusura in grande stile, nel segno della città dello Stretto, all’Arb di via Romagnosi, con il concerto del pianista Giovanni Renzo, che proporrà dal vivo la sua opera “Atlas Coelestis”: una raccolta di composizioni concepite come un’esplorazione del cosmo che ha come punto di partenza la notte del 7 Gennaio 1610, data in cui Galileo punta al cielo il telescopio appena costruito e scopre che attorno a Giove gravitano quattro astri, sconvolgendo così la concezione geocentrica dell’universo aristotelico. Il punto di partenza per un viaggio che attraverso le note porta fino ai più remoti confini dello spazio.

 

 

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