MESSINA. Il turbinio interno al centrosinistra sta per finire: entro oggi ci sarà una decisione, qualunque essa sia, sul nome del candidato a sindaco della coalizione. E’ quello che succederà dopo che è incerto, dato che i tre nomi rimasti in lizza (Antonio Saitta, Francesco Quero e Giovanni Lazzari) per un verso o per l’altro lasceranno una percentuale variabile di scontenti e un grosso punto interrogativo sulla tenuta della coalizione.

Per questo fioccano le richieste di “unità”. Dopo quella di Articolo 1 di ieri, oggi arriva quella di Alessandro Russo, esponente della corrente minoritaria del Pd, quella dei “renziani” della prima ora. Ma se Art.1 richiamava alla coesione, Russo invoca invece la “discontinuità”, con un documento che è di fatto un endorsement per la candidatura di Ciccio Quero.

“Facciamo un pubblico appello al tavolo di coalizione del centrosinistra che si riunirà in queste ore per decidere sulle candidature a sindaco della città di Messina. Auspichiamo che la coalizione sappia fare una scelta di discontinuità politica e di profondo ringiovanimento della propria proposta dirigente. Alla grande domanda di novità e di cambiamento delle pratiche della politica che emerge dai risultati elettorali di novembre e ancora di più di marzo, il PD e il centrosinistra devono saper far fronte tempestivamente, individuando una candidatura che sia tangibile esemplificazione della disponibilità al cambiamento che serve per ricostruire un rapporto gravemente compromesso con il proprio mondo e con l’elettorato.
Crediamo che servano coraggio e visione, in questi momenti: il coraggio di saper ascoltare la richiesta potente di discontinuità che viene dagli elettori e la visione di saperlo fare facendo ricorso alle tante risorse che questa coalizione possiede al suo interno, puntando sulla loro crescita e sulla loro maturazione come forza dirigente del futuro. E’ il tempo, questo, di mettere alla prova una leva dirigente che negli anni si è saputa contraddistinguere con coraggio e valore nelle istituzioni, nelle associazioni e negli organismi rappresentativi. Scelte che rispondano a meri tatticismi ed equilibri interni, che accontentino tiepidamente come mali minori, porterebbero forse a mantenere uno status quo che rassicura qualcuno, ma ci porterebbero a perdere ulteriormente credibilità agli occhi di un elettorato che chiede a gran voce di cambiare pratiche, prassi e uomini. Facciamo un appello accorato: si deve avere il coraggio di guardare a queste elezioni come banco di prova per la futura classe dirigente del centrosinistra e della città. Intere generazioni guardano alla politica e le chiedono coerenza; non si può proporre il cambiamento se – nei momenti decisivi delle scelte – non si è conseguenti e si inseguono posizioni di comodo o di equilibrio tattico senza alcuna visione”.

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Peppe
Peppe
5 Aprile 2018 12:45

Ed il rinnovamento sarebbe quello di riproporre il modello Renzi?
Pare che non si voglia accettare la realtà dei fatti nelle urne.

Nicola Petrina
Nicola Petrina
5 Aprile 2018 14:10

La discontinuità è nelle esperienze di ciascuno, Russo&Quero hanno frequentato la corte di Genovese, godendone i vantaggi, dissociandosi troppo tardi, solo dopo l’arrivo delle inchieste. Questo appello nasconde dietro parole roboanti la solita povera, poverissima, voglia di tutelare piccole rendite. E l’età poi che criterio è? Bramanti è molto più autorevole di Quero…