MESSINA. Si svolgerà mercoledì 14 marzo, alle 16, nella sala Ovale di Palazzo Zanca, l’assemblea provinciale di Potere al Popolo, in concomitanza con l’assemblea nazionale di Roma. L’incontro sarà l’occasione per fare il punto sullo svolgimento della campagna elettorale e dei risultati, degli scenari nazionali e internazionali, e delle prossime competizioni elettorali (dalle amministrative di giugno alle europee del 2019).

«Le elezioni sono solo l’inizio. Sono una sfida, la prima tappa, di un progetto più grande, di aggregazione di forze sociali, di mobilitazioni di giovani e di disaffezionati della politica», scrivono gli attivisti del partito messinese, che in una nota riassumono obiettivi e propositi politici,

«Siamo riusciti a far parlare di lavoro, di ambiente, di diritti nella campagna elettorale. Nelle 200 assemblee territoriali, nei candidati che venivano dal popolo, nelle iniziative spontanee e creative – si legge in una nota – abbiamo visto un entusiasmo incredibile. Sono decine di migliaia le persone attivate, di tutte le età e di storie anche molto diverse, che hanno cominciato a sognare. L’abbiamo ripetuto fino alla nausea: noi non siamo un cartello elettorale. Siamo un movimento popolare che tutti i giorni è impegnato sui territori, sui posti di lavoro, nelle scuole e nelle università, per aiutare le persone, risolvere i problemi, dare un orizzonte di trasformazione del presente. Siamo quelli che c’erano prima, ci sono durante, ci saranno dopo. Solo che ora possiamo fare meglio quello che già facevamo. Lo possiamo fare sotto una sola bandiera, con maggiore coordinamento, con il sentimento di stare tutti dallo stesso lato della barricata».

«Ora, grazie a Potere al Popolo! – prosegue il testo – possiamo essere più efficaci nel nostro agire quotidiano. E da questa prima tappa possiamo partire per conquistare i tanti che sono come noi e ancora non ci conoscono, o sono rassegnati, o sono ingannati da forze politiche che non fanno i loro interessi.Perché è questa l’essenza di Potere al popolo. Qualcosa che già esisteva in tantissime parti d’Italia (e non solo!) e che in altre potrà nascere: i lavoro quotidiano sul territorio, nellescuole, sui posti di lavoro, creando centri aggregativi, seguendo vertenze, supportando lotte, il mutualismo, la solidarietà, sperimentando altri modi di stare assieme».

 

 

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