MESSINA. Se i “big” nazionali del centrodestra (Matteo Salvini escluso) non si schiodano, a riscaldare l’entusiasmo finora non esattamente travolgente dell’elettorato, ci pensano i luogotenenti sul territorio. Ci pensa Fratelli d’Italia, ad iniziare da Elvira Amata, deputato regionale che fa  gli onori di casa insieme ai colleghi all’Ars Antonio Catalfamo e Pino Galluzzo, eletto con Diventerà bellissima, e con “l’ospite d’onore”, il senatore uscente ed ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli che al senato cerca la riconferma ed è capolista al plurinominale.

Senonchè lo stesso Stancanelli, qualche giorno fa, da Fratelli d’Italia ha preso le distanze abbastanza nettamente spiegando, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, che Diventerà Bellissima ha solo fatto un accordo con “Fratelli d’Italia” per superare lo scoglio dello sbarramento del 3% nazionale. “Manterremo la nostra autonomia”, ha quindi assicurato.

Al Palacultura comunque, il tavolo è largo e Diventerà bellissima e Fratelli d’Italia siedono insieme, senza troppe distinzioni. Chiara Sterrantino, una delle candidate alle politiche, non dribbla l’argomento. “Tutto nasce dal sostegno unitario dato da Giorgia Meloni alla candidatura di Nello Musumeci“, ha spiegato.

Al tavolo i candidati che si sono già presentati a palazzo Zanca qualche settimana fa: oltre a Chiara Sterrantino manca Giuseppe Sottile, ma ci sono Ella Bucalo, e Gaetano Nanì.

Raffaele Stancanelli parla alla fine, al termine di tutti gli interventi. “L’antipolitica era il frutto del fallimento di tutti gli schieramenti, centrosinistra ma anche centrodestra”, esordisce con un inedito mea culpa, e parla da coordinatore di Diventerà bellissima, più che da candidato, per lo meno all’inizio. “All’antipolitica abbiamo risposto con la politica della capacità con la figura che maggiormente incarna questo valore, e cioè Musumeci. Abbiamo vinto, adesso dobbiamo dimostrare che la fiducia che abbiamo ottenuto dobbiamo meritarla. Per trasferire a livello nazionale questa esperienza politica, dato che secondo la legge nazionale ci servirebbero un milione di voti, dovevamo allearci. E non potevamo non farlo con chi ha sostenuto sin dall’inizio Nello Musumeci”, spiega, chiudendo il cerchio ma sottolineando che trattasi di “alleanza elettorale”.

Un solo accenno al programma: “Infrastrutture, infrastrutture, infrastrutture”, sottolinea, citando di sfuggita il ponte sullo Stretto solo per legarlo all’idea di futuro. “Non si può affermare che non sia un progresso”. Poi il lavoro: “I posti di lavoro non li crea il governo, li creano le imprese”. In chiusura, un avvertimento per le amministrative: “Liste pulite e competitive. Diventerà bellissima ci sarà, a Messina così come a Catania”.

Subscribe
Notify of
guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments