Riceviamo e pubblichiamo il contributo di un nostro lettore sul Museo Regionale di Messina. Un’analisi e qualche consiglio, da parte di un amante di Messina e dell’arte, per cercare di migliorare la qualità di un luogo, di per sé molto bello, che con qualche miglioria e un po’ più di attenzione potrebbe contribuire a valorizzare l’immagine della città nel mondo e a risollevare l’economia cittadina.

Di seguito il testo completo della lettera:

Di recente, come spesso mi accade, sono stato al Mume, il nuovo museo di Messina. Mi piace andarci di tanto in tanto a fare due passi immerso nella bellezza. Ho riscontrato però una serie di problematiche, che per una struttura “Nuova”, inaugurata di recente, sono a dir poco insolite. Innanzitutto al piano di sopra, cioè il nuovo piano recentemente aperto, per cui in teoria il più nuovo, almeno una decina di faretti e lampadine che illuminano le tele, sono fulminate. A quanto pare, non ci sono i soldi per comprare le lampadine nuove. La cosa mi sembra a dir poco ridicola. Una struttura inaugurata un paio di mesi fa, per cui si paga un ticket d’ingresso e che secondo un vostro recente articolo ha visto ben 40.000 fruitori durante il 2017 (sebbene molti nelle domeniche gratuite) non ha 5 euro per cambiare una lampadina? I quadri scuri e poco illuminati impossibili da fotografare e da ammirare nel loro splendore.

Sempre al piano superiore abbiamo una stanza chiusa con una parete mobile nella quale a quanto pare ci sono gravi problemi di infiltrazioni e non si hanno i soldi per sistemare la perdita d’acqua, per cui nella nuova ala, ribadisco, recentemente ristrutturata, piove dentro. Altra paradossale problematica è quella relativa alla mancanza di audioguide. Premetto la gentilezza e la grande passione del personale del museo, sempre cortese e ben disponibile a fornire spiegazioni su richiesta agli interessati. È però impensabile che in un grande museo regionale nel 2018, non per rigirare il dito nella piaga, ma recentemente inaugurato, non ci siano delle semplici audioguide. Sembrerebbe che in anni passati le apparecchiature per le guide ci fossero, ma mancassero i fondi per comprare le batterie. Da non credere! Purtroppo non è il mio settore, ma sarebbe bello se qualcuno che ne capisce, riuscisse a sviluppare un applicazione, come avviene per i principali musei del mondo, in cui poter selezionare la guida nella lingua che interessa, senza radioline o altra strumentazione, ma col solo uso dello smartphone che ormai tutti possiedono.

Volevo inoltre sottolineare come una sala del nuovo piano sia ancora chiusa. Mi dicevano che probabilmente la apriranno a breve, ma a Messina si sa, soprattutto per quanto concerne il museo, è tutto un “mi dicevano che a breve”… e poi passano trent’anni come se niente fosse. Trovo inspiegabile che in un museo come quello di Messina non vi siano un angolo bar e ristorazione in cui le famiglie, i turisti, i dipendenti ed i fruitori del Mume possano serenamente mangiare, bere, chiacchierare e riposarsi. Ravviverebbe il polo, rendendolo più appetibile alle famiglie ed ai bambini, penso soprattutto alle scolaresche.

Altrettanto assurdo che un museo che è veramente bello e molto grande, non abbia un book shop, un angolo in cui acquistare souvenir, libri, merchandising, cartoline, ecc. Al Museo di Messina, città del grande Antonello da Messina, non siamo capaci di creare un businnes sull’arte e sui relativi derivati commerciali? Sarebbe oltre che un attrattiva, una grande pubblicità per chi in altre città diffonderebbe il nome del Mume, ma soprattutto una grande fonte di introiti per il museo stesso che magari troverebbe i fondi per comprare le lampadine fulminate.

Mi sento ancora di sottolineare come sia assurdo l’avere il deposito pienissimo di opere che non si riescono ad esporre per mancanza di spazi espositivi, e al contempo si tenga chiusa l’antica filanda, precedente sede del museo, che è stata giustamente pensata per esposizioni e mostre temporanee, magari di artisti contemporanei per variare ed attirare un pubblico diverso. L’ idea è belissima, ma se è chiusa da sette mesi e in deposito ci sono migliaia di opere, perché non organizzare piccole mostre tematiche fatte in casa? Probabilmente perchè mancano i soldi per allestirle? Non voglio credere che sia così. Bisognerebbe avviare collaborazioni con altri musei. Adesso a Catania hanno la tavola bifronte di Antonello in esposizione fino a Maggio, credo. Perché non chiedere qualche opera da esporre nella filanda? Segnalo inoltre che qualche panca in più per riposarsi durante il percorso, male non farebbe. Sul fatto che da progetto originale al piano sotterraneo dovesse essere realizzato l’archivio con l’esposizione dei marmi non mi esprimo, in quanto temo fortemente di morire prima di vederlo realizzato. Ci tengo a precisare che scrivo questo messaggio in quanto amo visceralmente Messina, amo l’arte, visito spesso il museo e so che, avendo visitato i più grandi musei d’Europa, il nostro non avrebbe nulla da invidiare a questi, se si riuscisse ad investire, a sviluppare, ad attrarre un flusso di visitatori. E non parlo solo di turisti stranieri, ma di messinesi stessi che decidano di riappropriarsi della propria storia, delle proprie radici.

Abbiamo opere di Grandissimi artisti che non sto qui ad elencare, che vanno pubblicizzate e che devono essere motivo di orgoglio per tuti i messinesi. Bisogna avviare collaborazioni con le associazioni, con i privati e con le guide abilitate per creare tour guidati, per veicolare i croceristi e i turisti al museo. Bisogna creare degli infopoint in punti strategici. Come mai mi chiedo, i pullman rossi scoperchiati non fanno tappa al museo? Perché forse non ci guadagnano nulla? Perché le associazioni e le guide turistiche con la collaborazione dell’amministrazione, non creano dei percorsi integrati e guidati, ad esempio Monte di pietà, Teatro Vittorio Emanuele e Museo, o Gamm, Galleria Lucio Barbera e Mume? Con unico biglietto a prezzo agevolato, diffondendo cultura e creando anche un po di lavoro. Perché non si spendono pochi spicci per comprare e posizionare una segnaletica dignitosa che indichi i luoghi di interesse artistico culturale? Messina può essere una meta turistica, una città d’arte. Adesso basta con questo continuo impedire che ciò avvenga: bisogna battere il ferro finchè è caldo e riuscire a far decollare una volta per tutte il Mume, come volano per la cultura e l’ identità e perchè no, l’economia messinese. Ricordo che l’assessore regionale alla cultura fino a qualche tempo fa era di Messina. Ricordo che qualche mese fa si fecero grandi annunci in pompa magna per il presunto polo culturale che dovrebbe sorgere all’ex ospedale Margherita. Ricordo l’importante iter avviato per la realizzazione, finalmente, della casa museo Pascoli in via Risorgimento. Investiamo sulla cultura, investiamo sulla nostra storia. Facciamo tornare Messina la grande città che era, con un museo all’altezza della nostra storia.

 

 

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