MESSINA. Voleranno da Messina a Boston l’11 Gennaio 2018 per prendere parte alla finale del progetto “Zero Robotics”, una battaglia di codici e numeri nello spazio che ogni anno appassiona migliaia di spettatori in tutto il mondo. Sono gli studenti del team “Wall-e 5.1” del Verona Trento, composto da Davide D’Angelo, Antonino Massarotti, Luigi Guerrera, Giuseppe Bonanno, Angelo Zagami, Nadia Micalizzi, Fabrizio La Rosa, Alberto Musciumarra, Filippo Pellegrino e Mattia Saputo.

Ma in cosa consiste il progetto? Ogni anno viene scelta una missione che i vari team devono superare e quella di quest’anno prevede la programmazione di un satellite chiamato “Spheres” che si pone l’obiettivo di scavare la superficie di un satellite di Saturno per analizzarne i microorganismi nel terreno. La preselezione italiana, da cui passano solo 25 scuole, si è conclusa a metà luglio, mentre a Settembre ha avuto inizio la competizione internazionale, a sua volta suddivisa in 4 step.

La prima è la fase 2D, “una tappa di riscaldamento in cui si testano i programmi per prendere confidenza”, spiega Davide D’Angelo, team-leader della squadra. In questa fase era necessario fare almeno un punto per passare e il team messinese è arrivato secondo nella classifica. Successivamente si dà il via alla tappa 3D, con il passaggio delle prime 84 squadre della classifica alla prova successiva.

Il passaggio successivo è quello delle alleanze, che coincide con la semifinale. Secondo il regolamento, l’alleanza può essere formata da tre squadre di cui almeno una deve appartenere ad un altro continente. I partner del team “Wall-e 5.1” sono stati i gruppi “Da Vinci boys” di Trapani e “Zeroworkethic” di Los Angeles.

Dopo essere riuscito a superare tutte le prove, i ragazzi del Verona Trento sono adesso in cerca di sponsor per partire a Boston, in quanto la scuola può coprire solo una parte del viaggio. È però con grande rammarico che il team sottolinea come in Italia il progetto non susciti molto clamore come in molti altri paesi del mondo.

I docenti coordinatori del progetto sono la professoressa Eliana Bottari e il professore Giovanni Rizzo (scherzosamente chiamati dai ragazzi “Zia Eliana” e “Zio Giovanni”). Non svolgono alcun ruolo all’interno della programmazione e sono solamente dei mentor: di fatti, la squadra è autogestita dai suoi membri e soprattutto dai ragazzi più esperti, che assumono il ruolo di “istruttori” nei confronti delle “new entry”: «Si auto istruiscono tra di loro», spiega la professoressa Bottari.

 

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