MESSINA. Come comunicato lo scorso 3 dicembre, quando i suoi legali avevano preannunciato di adire per vie legali, nel tardo pomeriggio di ieri Cateno De Luca ha depositato una denunzia querela contro la Commissione Antimafia e il giornale ‘La Sicilia’ a causa dell’inserimento del neo deputato regionale nella lista dei sei “impresentabili” pubblicata sul quotidiano catanese. Al termine della verifica, giunta ad un mese dal risultato elettorale, Rosy Bindi, a capo della Commissione, non aveva voluto rendere noti i nomi dei sette candidati (sei in Sicilia e uno a Ostia) emersi a Palazzo San Macuto. La rilevazione, come specificato dalla Bindi alla fine degli accertamenti, si è fermata alla data del 16 ottobre, con l’esclusione dei procedimenti successivi a carico dei candidati o degli eletti (come nel caso dello stesso De Luca o di Luigi Genovese).

A dare notizia dell’esposto sono i legali del neo deputato regionale, Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, che in una nota spiegano le motivazioni dell’azione legale, chiamando in causa la violazione del segreto d’ufficio, l’abuso d’ufficio e la diffamazione a mezzo stampa. Nello specifico, “i reati per i quali è stato chiesto all’Autorità Giudiziaria che si proceda – scrivono gli avvocati  sono quelli della violazione del segreto di ufficio per aver la Commissione dato agli organi di stampa una informazione ancora segreta; dell’abuso di ufficio per aver utilizzato il Codice di autoregolamentazione, già di per sé contro la legge ordinaria e contro la Costituzione, nei confronti dell’On. De Luca, nonostante non sussistessero le condizioni ed al fine precipuo di arrecargli danno sul piano politico e di immagine; della diffamazione a mezzo stampa, estesa perciò anche al quotidiano ‘La Sicilia’, per aver divulgato notizie segrete e false”.

“Nella denunzia  – proseguono i legali è additata la necessità che l’Autorità Giudiziaria si faccia carico di accertare la legalità del Codice di autoregolamentazione apprestato dalla Commissione Antimafia, nella parte in cui impone il marchio di stigmatizzazione della impresentabilità in situazioni ulteriori rispetto a quelle tassativamente previste dalla legge in quanto riguardanti la capacità della persona, violando al tempo stesso la Costituzione repubblicana”.

L’esposto è stato presentato alla stazione dei Carabinieri di Fiumedinisi, ai quali è stato chiesta la trasmissione per competenza alla procura di Catania e di Roma.

“Cateno De Luca, per mio tramite, –aveva spiegato Carlo Taormina appena due giorni fa – aveva diffidato la Commissione antimafia dall’includerlo nella lista degli impresentabili fornendo documentazione delle sue assoluzioni e i proscioglimenti rispetto al processo cui era sottoposto da sei anni, nonché i provvedimenti di totale annullamento delle misure cautelari di arresto e di sequestro dei beni, da parte prima del giudice delle indagini preliminari e poi del Tribunale della Libertà, entrambi a distanza di quattro giorni dal suo arresto eseguito due giorni dopo la sua elezione a deputato regionale. La qualificazione di De Luca come impresentabile è gravemente lesiva della sua reputazione e fonte di responsabilità non solo penali ma anche di tipo risarcitorio, ragione per la quale il deputato si rivolgerà all’autorità giudiziaria per ottenere la punizione dei colpevoli e il ristoro dei danni. De Luca chiederà alla magistratura anche la verifica dei poteri della commissione antimafia per conoscere se sia investita del potere di affibbiare qualificazioni, come quella dell’impresentabilità ai cittadini che sono regolamentati da una Costituzione fondata sulla presunzione di innocenza e da una normativa che stabilisce tassativamente i presupposti per presentarsi o meno ad una competizione elettorale”.

 

 

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emmeaics
emmeaics
6 Dicembre 2017 8:40

chissà se hanno spiegato a cateno de luca che esiste l’istituto dell’immunità parlamentare e quello della lite temeraria.