MESSINA – Un giorno di festa per il Consorzio autostrade siciliane dove è stato firmato il Patto per il sud. Un finanziamento di 124,425 milioni per la messa in sicurezza delle due autostrade gestite dal Cas, ovvero la A20 e la A18. Verranno ripavimentate, sistemate le gallerie, le barriere e migliorata la messaggistica variabile (quella dei display).

Nella sede di contrada Scoppo a Messina stamattina è stata, infatti, firmata la convenzione Patto per il Sud, dal direttore generale del dipartimento regionale alle infrastrutture, Fulvio Bellomo, e dal presidente del Cas, Rosario Faraci, alla presenza dell’assessore alle Infrastrutture, Luigi Bosco. L’attenzione però oggi era tutta per   la presentazione del progetto esecutivo per la frana che da poco più di due anni ha azzoppato la circolazione della A18.

Sarà più costoso del previsto, all’inizio si era calcolato 10 milioni, di cui 4 messi a disposizione dalla Protezione civile e sei dal Cas, costerà invece 12 milioni e 500 mila euro e i soldi aggiuntivi saranno a carico del Consorzio.  Ci vorranno i tempi tecnici per espletare la gara, non prima di febbraio, e i lavori dureranno almeno un anno. La circolazione sulla A18 non tornerà alla normalità prima di un anno e mezzo, quindi, e solo dopo tre anni e mezzo dal giorno in cui la collina invase la corsia est della A18, il 5 ottobre del 2015.

Una situazione di grave difficoltà quella creata dal fenomeno franoso della collina sopra l’autostrada, nel territorio di Letojanni: “Non un volume straordinario – ha spiegato l’ingegnere Fabio Cafiso, progettista dei lavori esecutivi, insegnante di geotecnica all’Università di Palermo –, si tratta di 5 mila mq di materiale mobilitato, si pensi che quella di San Fratello era di 10 milioni. Questa frana però è particolare per la configurazione dei luoghi e per il fatto che il materiale franato è rimasto in situ”.

Una particolarità che ha reso necessarie delle indagini geo-tecnologiche specifiche e che hanno rivelato il rischio smottamento di un’area ben più ampia di quella al momento franata.

A rischio anche il depuratore realizzato a fianco della collina: “A breve, ma quando lo sa il cielo, potrebbe esserci un crollo laterale”, ha spiegato Cafiso.

Indagini particolari e un progetto esecutivo molto singolare: verranno realizzate due gallerie, una per la corsia est, una per la corsia ovest.

Questi i passaggi: si inizierà mettendo una rete d’acciaio sul materiale superficiale della collina per evitare che possa crollare a valle, poi verranno smontate le barriere messe a sostegno poco dopo il 5 ottobre, successivamente verrà gettata una miscela di liquido autolivellante in modo da avere un piano di lavoro, si realizzeranno opere di sostegno a base delle successive, verrà a questo punto scavata la frana e realizzata la prima galleria, sopra la galleria verranno messi dei pesi che fermeranno eventuali smottamenti. Una volta realizzata, il traffico verrà trasferito nella prima galleria e a quel punto verrà realizzata la seconda a valle. Dopo un anno dall’inizio dei lavori, la circolazione verrà ripristinata in entrambe le direzioni, all’’interno delle due gallerie.

L’intervento sarà più ampio del metraggio della frana, si interverrà anche in previsione di ulteriori fenomeni, dovuti allo stato di dissesto della collina, sulla quale pesa l’edificazione di più complessi residenziali, messi nel 2016 sotto sequestro dalla procura di Messina.

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