MESSINA.  «Sono fermamente convinto del fatto che queste elezioni regionali rappresentino il vero Congresso provinciale del PD di Messina, con buona pace del rituale del tesseramento e delle primarie su cui, per amore di Patria, evito di fare ogni commento». Parole del candidato del Partito Democratico all’Ars, Matteo Sciotto, nel corso di un’iniziativa che si è svolta ieri pomeriggio al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, in presenza, fra gli altri, di Francesco Palano Quero e Alessandro Russo.

«Il 6 novembre – ha proseguito Sciotto – non avremo solo l’esito dei rapporti di forza tra i partiti e le coalizioni, ma avremo anche un dato certo sui rapporti di forza interni al partito. Non vi sembri questione di poco conto: non trascurate il fatto che siamo tutti attesi sulla soglia dei seggi elettorali per valutare quale vantaggio, o quale danno, abbia portato in termini numerici il cosiddetto rinnovamento. Siamo quindi tutti chiamati ad un grande sforzo per dare il massimo. Ed il modo migliore per farlo – ha affermato – è impegnarsi in prima persona. E la stessa passione che mi ha spinto all’impegno amministrativo ieri, mi porta oggi ad affrontare una sfida elettorale non facile, ma per questo motivo ancora più entusiasmante».

“C’è un altro aspetto – ha aggiunto – non meno importante legato al risultato del 5 novembre. Non vogliamo che prevalga né l’idea di partito un po’ retrò di chi c’era prima, c’è ancora e mai se ne vorrebbe tornare a casa,  ovvero ‘l’usato sicuro’, né  quella più arrembante di chi vuole dare l’assalto ad una nave che sembra in balìa delle onde per impadronirsene e condurla verso chissà quali lidi, che potremmo paragonare ad un’auto di grossa cilindrata ingombrante ed inquinante. Noi tutti abbiamo un’idea diversa. Vogliamo semmai essere un’ auto elettrica, nuova ed innovativa. Vogliamo un partito senza padrini e senza padroni. È doverosa però un avvertenza a chi decide di sostenerci: non abbiamo da offrire né carriere da primario, né concorsi all’Università, né imbarchi trimestrali sulle navi, ma possiamo garantire il nostro impegno nell’interesse generale”.

“Non credo che alcuni notabili del PD messinese accoglieranno questa sfida – prosegue Sciotto – Mi riferisco ai consiglieri comunali del PD di Messina, ai sottogovernisti e ai tanti generali senza truppe. Hanno forse paura di contarsi ma soprattutto di scontrarsi e continueranno a vivacchiare nell’ombra. Ma dopo il 5 novembre ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità. Non consentiremo più a nessuno di giocare a fare il leader senza voti e senza idee”.

Infine una battuta sui candidati alla Presidenza della Regione: “Come si fa a non vedere che Fabrizio Micari è il miglior candidato alla Presidenza? Sicuramente il più nuovo, il più competente, il più serio. Come si fa a non vedere che la principale coalizione avversaria è un’accozzaglia di figure assetate di potere che sopportano la cattiva compagnia di chiunque pur di tornare sulle poltrone che contano? Come si fa a non vedere che nelle liste del centrodestra ci sono alcuni personaggi che ieri sostenevano il governo Lombardo, fino ad oggi hanno tenuto in piedi il governo Crocetta e da domani vorrebbero tornare a sedersi a tavola con Musumeci o con chiunque altro per continuare il banchetto? Occorre rigore morale, programmazione, ma soprattutto la capacità di scegliere”.

«Messina – ha concluso il candidato del PD – è una città scartata da alcuni, non tutti per fortuna, strumenti di programmazione più innovativi. La colpa è di chi ha rappresentato questa città a tutti i livelli. Ciò è potuto accadere perché nella formazione della classe politica e dirigente di questa città e di questa provincia ci sono autentici ‘blocchi’ che impediscono ai migliori di emergere in tutti i campi ed in tutti i settori, non ultimo in quello politico. Il nostro obiettivo è proprio quello di rimuovere  questi blocchi, a cominciare dall’interno del nostro partito».

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