MESSINA. “Ero nel Pd prima di Genovese, ci sono rimasto dopo. E sarò ancora qui anche quando Navarra non ci sarà più, perché io non faccio scelte di convenienza politica sul momento”,  così si è rivolto Tani Isaja alla folta platea accorsa a Palazzo Zanca di domenica sera per un incontro pubblico col candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari.

Il primo messinese dopo il pasticcio della lista Micari presentata in ritardo all’Ufficio elettorale del Tribunale di Messina e per questo bocciata poi pure dal Tar di Catania e quello di Palermo. “Faremo ricorso al Cga e chissà che non avvenga un miracolo”, ha annunciato al pubblico, Fabrizio Micari, che ha definito l’esclusione della lista un “infortunio” sul quale non è più il caso di soffermarsi perché “il nostro impegno prescinde dalle decisioni di Tar e Cga e va avanti in ogni caso”.

A dare alcune spiegazioni è invece lo stesso Isaja: “Ho fatto tutto di concerto coi vertici regionali del Pd che all’ultimo momento si sono resi conto della necessità di rinforzare la lista”. Ma Isaja non nega: “È ovvio che qualsiasi candidato sia condizionato dal potere avere un responso elettorale adeguato ma tutto è avvenuto di concerto con Leoluca Orlando, da un lato, e con Micari dall’altro”.  Questo ha spiegato Isaja, vicepresidente del Pd provinciale durante un incontro pubblico dopo il disastro della presentazione della lista al Tribunale di Messina. Un incontro presentato da Giacomo D’Arrigo, direttore di Agenzia giovani che è occasione per Isaja di chiarire che la decisione all’ultimo momento di cambiare lista, da quella del Pd a quella di Micari, era avvenuta almeno 48 ore prima: “È vero che 48 ore non sono un tempo ottimale ma tutto è avvenuto di concerto con i vertici regionali del Partito”.

“In questa provincia vogliamo esserci, senza imporre nulla ma senza farci imporre nulla – ha detto invece D’Arrigo – Se qualcuno immagina un partito da scalare sul quale lanciare un’Opa, si sbaglia. Non permetteremo che il Pd a Messina abbia un padrone”.

 

 

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