Negli ultimi anni, con la crisi del sistema politico tradizionale, sta crescendo il numero di associazioni e piccoli gruppi informali, pronti a ritagliarsi un ruolo nel dibattito pubblico e politico delle città: inventando nuove forme di partecipazione e conducendo con tenacia battaglie su temi sociali, ambientali e culturali, un tempo prerogative dei partiti.

Rientrano in questo quadro tante esperienze associative locali (l’ultima quella di domenica scorsa dell’Associazione Puliamo Messina con l’apertura dei giardini di Montalto), che hanno avuto il merito di far inserire nelle agende politiche e amministrative la gestione di quegli spazi della città di Messina, abbandonati o lasciati in attesa dell’arrivo di qualche speculatore. Queste realtà contribuiscono alla rivitalizzazione della partecipazione democratica e offrono spunti di innovazione e dinamismo sociale, in un territorio che presenta un livello di cultura civica molto basso e che rischia di uscire ancora più compromesso dalla crisi economica e sociale attuale.

“Senza soldi, non si canta messa…e allora facciamo politica’’. Ho titolato così il mio intervento perché ho l’impressione che la grande novità di alcune di queste esperienze associative è quella di non condizionare la propria azione sul territorio e la comunicazione del proprio messaggio ai sussidi pubblici o, come succedeva tempo fa, a quelli dei partiti e dei notabili locali, di cui erano braccia operative. Ma nascono invece autonome e capaci di dare continuità e progettualità al loro percorso, attraverso quella passione che, gramscianamente, supera il calcolo economico e individualistico e riattiva un patrimonio collettivo di natura culturale, etica, di competenze, di aspirazioni e di entusiasmo che ancora esiste in città. E l’assessore Federico Alagna non poteva far altro che costruire insieme a queste soggettività operanti sul territorio l’ossatura della prossima candidatura di Messina Capitale della Cultura e del progetto ’Trame di quartiere’, avviato lunedì scorso a Villa Melania. Un esempio di come, in alcuni casi, si rinnova anche il rapporto tra cittadini e istituzioni politiche, che può essere sviluppato alternando momenti di confronto critico e conflittuale, a quelli orientati alla ricerca e all’elaborazione di proposte e soluzioni ai problemi comuni.

Guardando a queste realtà, si ritrovano le basi sociali da cui partire per un progetto di trasformazione radicale di cui la città ha bisogno. La partecipazione alle iniziative e alle attività organizzate dalle associazioni, rappresenta oggi per le giovani generazioni rimaste in città (in molti casi giovani laureati e disoccupati) una rara occasione per recuperare la vera essenza della partecipazione democratica e porre un freno alla diffusione di quella in formato elettronico. Sarebbe un peccato se queste energie venissero sacrificate. I partiti, forse, potrebbero prendere spunto da queste modalità ed esperienze, per adeguarsi ai tempi e rinnovarsi.

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