MESSINA. E’ tecnicamente sicura, la struttura di un edificio legato al sottosuolo del Viale Regina Elena? Dal punto di vista delle autorizzazioni, è legittimo che delle fondamenta siano realizzate in regime concessorio? Quanto e come è stato conteggiato il canone di concessione dell’occupazione del sottosuolo comunale in regime dei vigenti regolamenti del Comune di Messina? Sono questi i quesiti che si pongono i consiglieri della V Circoscrizione Giuseppe Alessi, Francesco Mucciardi, Franco Laimo, Giuseppe Cannistraci e Bernardo Fama. I cinque, a seguito dell’interrogazione (prot. n° 265106 del 10/12 Ottobre 2016) riguardante la realizzazione di un “edificio residenziale in cemento armato a sette elevazioni fuori terra oltre due piani (cantina e parcheggio interrati)” da parte della ditta Blue Line S.r.l., giuste autorizzazioni e approvazioni rispettivamente, del Comune di Messina – concessione edilizia 88/2015 – e del Genio Civile di Messina – nulla osta nr. 45427 del 16/03/2015 – con previsione stimata di fine lavori 30/07/2018, il 29 Novembre 2016 avevano incontrato presso l’Assessorato all’Urbanistica con l’assessore Sergio De Cola ed i tecnici del Dipartimento Edilizia Privata per sapere se erano state superate le criticità evidenziate dal precedente progetto, e che furono oggetto di approfondimento tecnico richiesto proprio dal Consiglio circoscrizionale. Dall’incontro, però, era “emerso che la ditta Blue Line S.r.l. ha le autorizzazioni del caso da parte del Comune, tutto è normale, non è cambiato nulla, ed i lavori da mesi sono ripresi indisturbati!”.

Cantiere Blue Line

In quella stessa riunione, gli stessi Consiglieri chiedevano anche di poter approfondire, visionandoli, gli atti relativi ai tiranti di fondamenta che dovrebbero, da progetto, legare il costruendo edificio privato al sottosuolo di Viale Regina Elena, ossia in area di demanio comunale, in regime quindi concessorio limitato nel tempo e con una valutazione del canone che alla data dell’incontro non era possibile determinare sia dal punto di vista della legittimità che dal punto di vista del quantum. A queste richieste, lungi dal sollevare dubbi o necessità di ovvi, ulteriori approfondimenti da parte degli organi responsabili, è stato laconicamente opposto il suggerimento di fare richiesta di accesso agli atti, mentre l’iter realizzativo, pertanto, sarebbe andato avanti. Come è in effetti avvenuto.

Si considera ancora oggi questa realizzazione dei tiranti nel sottosuolo pubblico assai dubbia, dal punto di vista della legittimità e – senza chiarezze tecniche acclarate e spiegate – anche dal punto di vista statico del territorio.

“Come detto – scrivono in una nota – i ritardi incredibilmente lunghi nel fornire, agli atti d’interrogazione prodotti, delle risposte chiare ed il contestuale silenzio dell’Assessore presente, hanno permesso la ripartenza dei lavori per la realizzazione di un “grattacielo” nel ben mezzo del villaggio di San Licandro, per giunta pericolosamente accanto ad un distributore di benzina, ennesima cementificazione del nostro territorio”.

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Roberto
Roberto
12 Agosto 2017 9:59

Come mai quando i soliti costruttori alzano palazzine senza rispettare le norme antisismiche nessuno dice nulla e quando invece un privato costruisce con norme antisismiche rigorose mettendo in sicurezza le aree in prossimità qualcuno ha da ridire? Dove erano i consiglieri di quartiere quando hanno distrutto San Licandro con costruzioni di dubbia qualità e scarsa estetica? Riflettiamo!