MESSINA. “Venti mesi di ritardi sono inaccettabili per una frana. L’emergenza ci sarà sempre, almeno fino a quando saranno attivi i cantieri. Basta un niente per ripiombare nuovamente in una situazione critica. Noi stiamo facendo di tutto, a differenza di tutti coloro che durante la crisi idrica dell’ottobre 2015 hanno fatto “passerella” per poi infischiarsene per venti mesi». Parole infuocate del presidente dell’Amam Leonardo Termini durante la conferenza stampa di questa mattina nella sede dell’Azienda Meridionale Acque, durante la quale, in presenza del direttore Claudio Cipollini, si è discusso anche di “emergenza estate”, della distribuzione idrica in città e delle priorità per assicurare una gestione ottimale del servizio.

Al centro del dibattito, però, c’è lo stato dell’arte sull’acquedotto di Fiumefreddo e la riduzione di portata delle falde acquifere che approvvigionano il sistema idrico cittadino, che costringerà l’Amam ad erogare l’acqua con tempi più brevi, in modo da assicurare una gestione capillare in tutta la città. 

«Dall’ottobre 2015, dalla frana di Calatabiano, la quantità d’acqua in circolo si è ridotta del 22%», hanno spiegato. La condotta, lunga 60 km e dal diametro di un metro, ha una portata, a regime, di mille litri al secondo. Ciò significa che attualmente ne scorrono meno di ottocento. La ditta aggiudicataria dell’intervento di ripristino, la Clamar, sta effettuando i sopralluoghi di cantiere, in attesa che la Protezione civile possa consolidare il tratto di montagna sul quale la tubatura riparata verrà posata: tutto questo, a quasi due anni dalla frana che ha assetato la città per venti giorni.

L’altro fronte “caldo” è Forza D’Agrò. Secondo i vertici della partecipata, l’Amam a dicembre ha consegnato il progetto esecutivo alla Regione, “senza ottenere alcuna risposta”. Tornati alla carica a marzo e ad aprile, anche stavolta pare senza riscontri. “Si sta provvedendo – recita un comunicato – a intervenire per avviare i lavori in tempo utile a eseguirli in sicurezza, ovvero prima dell’arrivo della stagione delle piogge”.

Dopo le spiegazioni, Termini si è lasciato andare ad uno sfogo duro: «Al cittadino di chi è la colpa non importa, noi abbiamo un dovere: acqua degna del 2017. Non deve mancare, non ci sono scusanti. Eppure a Calatabiano, per una frana banale, sono trascorsi venti mesi nessun cambiamento». Ad essere oggetto degli strali di  Termini è stato, in particolare, Calogero Foti, capo della Protezione civile a Palermo. «Ci ha spiegato che gli interventi non sono previsti dai finanziamenti del patto per il sud, quindi di soldi disponibili non ce n’erano. Da un incontro tra il Governatore Rosario Crocetta , il sindaco Renato Accorinti e l’assessore al Territorio Sergio De Cola, in qualche maniera questi fondi si sono trovati. Per essere chiari – conclude – serve un milione e mezzo di euro. Un milione lo metterà la Regione, il resto lo mette l’Amam». E poi la chiusura amara: «Se avessimo saputo di tutte queste lungaggini avremmo fatto tutto da soli».

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