TAORMINA. Si fa sempre più tesa l’atmosfera a Taormina. Dopo gli attacchi della Beni Culturali srl al Comune di Taormina, interviene il sindaco, Eligio Giardina: «Quella non è la mia firma e non c’è il timbro del Comune». Il primo cittadino si riferisce al protocollo d’intesa presentato dalla società organizzatrice della mostra UnescoSites, allestita in occasione del G7 e che da qualche settimana denuncia l’accavallamento di due mostre che li avrebbe costretti a terminare anzitempo la loro.
Quel protocollo, secondo Giardina, però non è autentico. Documento sul quale aveva espresso dubbi la segretaria comunale Rossana Carrubba. «Abbiamo due delibere, la prima per la mostra in occasione del G7 che concedeva Palazzo Corvaja fino al 7 giugno, la seconda per la mostra su Van Gogh che concede lo stesso spazio dall’11 giugno. Adesso ci sarà da valutare se non sia stato fatto un grave danno al Comune di Taormina”, ribadisce Giardina.
 
 Due mostre negli stessi giorni e nello stesso luogo.  Questa era la questione che ha acceso il dibattito degli ultimi giorni. La prima mostra è organizzata da Beni Culturali srl, durante i giorni del grande evento internazionale i coniugi dei premier dei 7 paesi più sviluppati hanno potuto ammirare UnescoSites, e cioè i quadri di Antonello, in arrivo da Siracusa e Messina, e Caravaggio, in arrivo da Genova. La mostra secondo gli organizzatori doveva però protrarsi ben oltre il G7 e addirittura fino al 30 giugno. 
 
Dall’11 giugno, nel contesto Palazzo Corvaja, però pare fosse già prevista la mostra della società Bicubo dal titolo Van Goh Multimedia Experience.  Un accavallamento di date e luogo che sta creando una vera e propria baraonda di dichiarazioni, comunicati e denunce. 
 
 Gli organizzatori di UnescoSites, l’ormai discussa mostra di Taormina, vanno all’attacco del Comune: «Una delibera per Unescosites, l’altra per Van Gogh Multimedia Experience. Tutte e due nello stesso spazio, Palazzo Corvaja, e per lo stesso periodo – denunciano in un documento gli organizzatori – È questo il pasticcio burocratico che va in scena a Taormina, luogo che fino a un paio di settimane fa, durante il G7, ha ospitato la mostra che  ha incantato le First Lady».
 
Secondo gli organizzatori di Unescosites è successo “l’incredibile: i dipinti di Antonello da Messina vengono portati via in fretta e furia e il Comune corre a togliere le chiavi al patron dell’esposizione. La motivazione è pretestuosa: c’è stato un disguido burocratico, mancava una firma di un funzionario e quindi la concessione dello spazio fino al 30 giugno è stata revocata”. 
Il motivo secondo gli organizzatori della prima mostra sembra essere chiaro: “Per fare largo agli organizzatori dell’evento su Van Gogh (che avrebbero invece firmato un protocollo col Comune lo scorso novembre, ndr). Eppure l’amministrazione comunale sapeva benissimo, già dal lontano settembre 2016, che Palazzo Corvaja sarebbe stato dato in esclusiva alla società Beni Culturali srl, per quattro mesi a partire da aprile scorso, come soffermato dalla delibera”.
 
Una vicenda che gli amministratori di Beni culturali srl hanno denunciato alla procura di Messina che ha aperto un’inchiesta.  Dalla società d’arte denunciano perfino di aver anticipato 52 mila euro per ristrutturare lo spazio si Palazzo Corvaja, sede della mostra. 
 
Che la politica non fosse ignara dei tempi lunghi della mostra e della permanenza delle prime opere è perfino testimoniato da un video in cui appaiono, Anthony Barbagallo, assessore regionale al Turismo, il sindaco di Taormina, Eligio Giardina, l’ex vicesindaco, Mario D’Agostino
 
 



 
Secondo gli amministratori della mostra del G7, spenti i riflettori “è spuntata una delibera, tenuta nel segreto di un cassetto dell’amministrazione comunale, datata 18 novembre 2016. Insomma, solo due mesi dopo aver concesso a Beni Culturali srl Palazzo Corvaja, ecco firmata una carta fatta per accreditare operazioni di macelleria culturale. Di questa delibera Beni Culturali Srl ha chiesto in autotutela l’annullamento, mancando infatti i presupposti culturali della stessa”.
 
Il mistero però si infittisce. Secondo gli organizzatori della mostra nei giorni del G7, quella che li sostituirà e che li ha fatti sloggiare in fretta e furia, non sarebbe autentica:  “La mostra Van Gogh Alive ha acquisito i diritti per l’Italia in esclusiva e viene realizzata dalla società Ninetynine ed  ha avuto nel 2016 le tappe di Milano e Firenze e nel 2017 quelle di Roma, per la quale ha avuto un indubbio successo in termini di visitatori, e pure quella di Bologna, dove è attualmente in corso”. 
 
“Non ne so nulla dell’esposizione di Taormina, ci hanno clonato la mostra. Noi non abbiamo autorizzato l’evento e siamo gli unici a poterlo fare, perché abbiamo i diritti internazionali su Vincent Van Gogh”, così interviene perfino l’amministratore delegato della società responsabile della Van Gogh Alive, Simone Mazzarelli.
 
 E a proposito di quest’ultima denuncia, Giardina alza le braccia: «Sono un medico, capisco poco di queste. A breve riconsegnerò la delega alla Cultura, ad un esponente della stessa area del vicesindaco (Sicilia Futura, ndr), con la clausola che si tratti di una persona dalla grande esperienza politica. E faremo chiarezza anche sulla mostra di Van Gogh. In ogni caso non succederà mai più che il Comune conceda le sue sedi senza la clausola di poter revocare la concessione in qualsiasi momento».
 
Ecco il protocollo d’intesa per realizzare la mostra su Unescosites.
 
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