«Veniamo a sapere dal sito istituzionale del Comune di Messina, della chiusura al pubblico degli uffici comunali operanti nella sede della V Circoscrizione di via Appennini 1, per l’intera giornata di mercoledì a far data dal primo giugno e per un lasso temporale indefinito. Giornate di chiusura al pubblico (tra l’altro il mercoledì prevedeva la doppia apertura al pubblico, antimeridiana e pomeridiana) disposte per consentire la verifica ed il completamento di atti interni inevasi. Provvedimento che riguarda solo la  V^Circoscrizione».  I consiglieri di quartiere Bernardo Fama, Francesco Mucciardi e Franco Maria Laimo mettono subito nero su bianco il suo disappunto verso questa decisione e manda una nota la primo cittadino Renato Accorinti chiedendo un intervento immediato per annullare con effetto immediato il provvedimento e trovare soluzioni alternative per le inadempienze da sanare.  «La causa principale del provvedimento di chiusura – scrivono nel documento -sembrerebbe nascere per colmare l’inadempienza amministrativa relativa al completamento delle procedure dei cambi di residenza e all’aggiornamento delle schede di famiglia a seguito delle variazioni di residenza». Aggiornamento anagrafico che nella V Circoscrizione sembrerebbe essersi interrotto sul finire dell’anno 2016 e soltanto negli ultimi giorni si sta procedendo in modo celere ai dovuti ripari. «Inoltre – continua Fama – in un’ottica di pianificazione ottimale del lavoro e vista la disinfestazione programmata per martedì 7 giugno con sospensione delle attività, poteva essere utilizzata la parte rimanente di questa giornata lavorativa per proseguire l’aggiornamento delle schede di famiglia annullando la chiusura prevista per il giorno successivo». In sintesi secondo il consigliere risultano chiare responsabilità amministrative-gestionali che andrebbero ricercate al fine di prendere i dovuti provvedimenti e verificare l’attendibilità delle valutazioni pregresse e future sulle performance che danno diritto a premi economici. «Questo – concludono – a salvaguardia di un possibile danno erariale che le circostanze potrebbero cagionare, piuttosto che, a pagarne le conseguenze siano sempre e soltanto i cittadini che si sono visti negare il diritto di andare negli uffici pubblici di via Appennini 1. 

 

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