Opportunità, opportunità, opportunità. Ci fermiamo soltanto 10 secondi per riflettere sugli infiniti scenari offerti dal digitale? Chi ci ha mai pensato? In Italia si parla in maniera, mi verrebbe da dire, esasperata di tematiche come la disoccupazione giovanile, tagli ai posti di lavoro, ecc… Ok, sono il primo a credere nel periodo di profonda crisi che il nostro Paese sta attraversando da innumerevoli anni ormai; ma sono al contempo il primo che crede, che sogna, che lotta. Consapevole che la volontà di realizzare se stessi sia quel motore, quella linfa vitale capace di superare tutto e tutti. Sì, è questa linfa vitale che permette di superare anche questa “fantomatica” crisi.

È come se vivessimo in una grande bolla, non rendendoci conto dello straordinario cambiamento che stiamo attraversando. È la rivoluzione del digitale; e come tutte le rivoluzioni, chi le vive, non fa altro che subirle in maniera passiva o non è comunque in grado di cogliere appieno tutte le sue sfaccettature.

Il digitale può essere paragonato ad una grande onda e noi dobbiamo essere in grado di cavalcarla, al meglio. Necessariamente. Lo so, l’Italia non è un hub tecnologico come la Silicon Valley, come Londra o come Berlino. E quindi? Non è arrivato il momento di farci ispirare da questi grandi poli, cambiando sostanzialmente il modo di rapportarci con i canali comunicativi offerti dal digitale in questi ultimi dieci anni?

La differenza tra online ed offline, tra virtuale e reale non esiste più. Abbiamo tutto nel nostro smartphone. Iperconnessi, comunichiamo da una parte all’altra del mondo con un tap sullo schermo. Chi avrebbe mai scommesso che tutto ciò sarebbe potuto realmente accadere? Nessuno.

L’innovazione è qualcosa di meravigliosamente “disruptive”. Ribadisco, siamo già costantemente connessi grazie a piattaforme come Facebook, Telegram, Skype, WhatsApp. Le restanti tecnologie messe a punto da Airbnb, da Uber, da startup facenti parte dell’ecosistema del food delivery come Foodora o JustEat, da Netflix…e potrei anche non fermarmi nel citare altre realtà, che stanno fondamentalmente migliorando parte della nostra vita. Ed è proprio questa la bellezza del “fare innovazione”. Chissà cosa accadrà nel giro di vent’anni.

 Robotica, domotica, internet of things, realtà virtuale e realtà aumentata. La parola d’ordine sarà la seguente: automazione. Automazione non sta a significare meno posti di lavoro, anzi, tutt’altro.

Secondo la Commissione Europea, nel 2025 l’80% dei posti di lavoro non potranno essere raggiunti per la mancanza di competenze digitali. Adeguiamoci, capiamo da che parte sta andando il mercato, formiamoci ed iniziamo a cogliere tutte quelle opportunità a cui possiamo potenzialmente andare incontro.

Il processo sopra citato non è per nulla utopico, nulla di tutto ciò. Esistono le piattaforme di e-learning, che permettono a chiunque di aumentare le proprie skills in merito al digitale; ed esistono al contempo portali come LinkedIn che sono in grado di far interagire tra loro domanda ed offerta lavorativa. 

Tutto sta a noi; sta a noi scegliere se lavorare in aziende come dei dipendenti o come freelance, sta a noi essere abili nel creare la nostra startup, sta a noi essere in grado di trasformare la nostra passione in realtà concreta. Non ci manca nulla per realizzare e realizzarci. Abbiamo tutto ciò che ci serve. A portata di un clic.

 

(Ecco il link a un articolo pubblicato su Digital Art Accademy che parla del nostro giovane blogger)

 

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