TAORMINA. Non c’erano l’autostrada, l’aeroporto di Catania e neanche gli alberghi. Eppure, nel lontano 1410, Taormina ospitò l’equivalente del G7 di oggi: una rovente seduta del Parlamento siciliano, a Palazzo Corvaja, alla presenza della regina Bianca di Navarra, vedova di Martino il giovane, per decidere le sorti del Regno. Altri tempi, altre infrastrutture, altri personaggi e altri ruoli. Come quello di Messina, oggi “Cenerentola al ballo”, che, in quell’occasione, dettò invece legge: “…venne in mente ad alcuni di convocare un parlamento in Taormina, onde riparare ai mali che soprastavano alla Sicilia; ed infatti convocossi nel 1410. Non tutte le città della isola approvarono ciò che si fece in questa concione; Messina signoreggiò per i suoi baroni, le guerre intestine impedirono che gli altri vi venissero; i Messinesi dettaron la legge a discapito di Palermo non solo ma delle altre città primarie; arrogossi Messina dignità non sue, fece e disfece ciò che fare e disfare non potea, e quel parlamento che doveva far ritornare la tranquillità nel travagliato suolo siciliano non vi fece che più vigorosamente imperversare le discordie…” (da “Considerazioni sulla storia di Sicilia dal 1532 al 1789″, Palermo, 1836, p. 37).

Di sovrani e nobili, la Perla dello Ionio ne ha ospitati in abbondanza, ricevendo anche da loro un pezzo della sua storia. Ad esempio, Ferdinando I di Sicilia, per ricompensare la fedeltà taorminese ai Borboni, visitò la città e ad essa donò l’Isola Bella. Ma l’elenco può continuare. A trascorrere periodi di vacanza, e non certo a discutere delle sorti del mondo, soggiornarono due sovrani la cui storia sarebbe stata segnata entro il primo ventennio del Novecento: lo Zar Nicola II (con la Zarina Alessandra) e il Kaiser Guglielmo II. Sempre ai primi del Novecento (1906), giunse a Taormina il re d’Inghilterra Edoardo VI. Tra i nobili di alto lignaggio, poi, come non menzionare il granduca Paolo di Russia, il principe Jusupov Feliks con la principessa Irina, l’arciduca Mihail Pavlopic, fratello dello Zar Nicola II, e i Duchi d’Aosta?

In mezzo a tante teste coronate, a godere delle bellezze del luogo fu anche uno dei protagonisti più neri della storia dello scorso secolo: il Reichsführer Heinrich Himmler, che soggiornò all’Hotel “San Domenico” tra il novembre e il dicembre del 1937.

Da segnalare, nel dopoguerra, le rilassanti (ma affollate dai paparazzi) vacanze della regina Giuliana d’Olanda (qui il video), dei reali di Svezia e Danimarca e del presidente della Finlandia Urho Kekkonen.

Nel 1955, dopo cinque secoli dalla convocazione del Parlamento siciliano e 62 anni prima del G7, Taormina ospitò i Ministri degli Esteri della Comunità europea del carbone e acciaio (Ceca), giunti in Sicilia per la Conferenza di Messina con la quale cominciò la procedura che sboccò nella firma, a Roma il 25 marzo 1957, dei Trattati istitutivi della Comunità economica europea (Cee) e della Comunità europea per l’energia atomica (Euratom). A partecipare, Gaetano Martino per l’Italia, Jan Willem Beyen per i Paesi Bassi, Antoine Pinay per la Francia, Joseph Bech per il Lussemburgo, Walter Hallstein per la Repubblica Federale Tedesca e Paul-Henri Spaak per il Belgio.

Nel 1989, Taormina ospitò il presidente francese François Mitterand, che si incontrò con il Presidente del Consiglio dell’epoca, Ciriaco De Mita, mentre, quattro anni prima, nel 1985, la Perla dello Ionio fu una delle tappe italiane del viaggio del Principe Carlo e di Lady Diana Spencer.

 

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