Esistono luoghi a Messina che custodiscono storie personali ma nel contempo anche pezzettini di storia della città stessa.

La più antica scuola regionale, dal 1956, l’Accademia Filarmonica, è stata una scuola di danza classica, moderna e di musica.

Situata in una stradina laterale del Viale Boccetta, tale via Giacinto, salita lastricata in pietre nere di Catania, talmente ripida che da bambina appariva quasi pericolosa, all’uscita dalle lezioni sembrava impossibile percorrerla senza lasciarsi andare alla pendenza prendendo una certa velocità e rischiando di finire direttamente sul pericoloso torrente Boccetta.

Percorrendola in salita invece si incontrava un primo portoncino in legno, ingresso della scuola di musica. Non saprei dire come si svolgesse la vita dei piccoli musicisti, perché assistevo solo ai saggi finali di mio cugino Alessandro, bambino pianista come in molti all’epoca. Ma conoscevo bene il secondo portoncino, l’ingresso per le ballerine: oltrepassato quello c’era una lunga rampa di scale e una volta arrivati ci si dirigeva nei camerini. Lì, dopo aver indossato il body e le scarpette rosa, si entrava in sala per iniziare la lezione di danza.

La sala appariva immensa, parque e specchi a parete, sbarre in legno ai lati e un pianoforte all’angolo. E si, perché solo dopo avremmo usato lo stereo, all’epoca c’era il pianista dal vivo ed era un privilegio. Dopo quasi due ore di pliè, demi pliè e rondejan la lezione terminava e noi bambine ballerine rientravamo nei nostri panni.

Va aperta una parentesi di una certa rilevanza per percorrere il viale dei ricordi in modo dettagliato: in quegli anni la città godeva di due rinomate scuole che apparivano un po’ rivali, come nella miglior tradizione narrativa che si rispetti. Oltre l’Accademia c’era la scuola della Prioli, che era circondata da un alone di mistero, legato alla presunta severità della maestra. “Batte forte il suo bastone per terra se fai male l’esercizio alla sbarra”, erano i racconti mitologici che circolavano in quel periodo tra le bambine che evidentemente frequentavano l’altra scuola, l’Accademia appunto. Scuola più grande, che vantava il nome di un insegnante e coreografo polacco, Tomasz Golebiowski, amatissimo da tutte le bambine, di una pazienza e devozione senza uguali.

Il corso si concludeva a giugno con l’immancabile saggio di fine anno, dove una miriade di bambine si facevano distruggere i capelli da madri pazienti che attorcigliavano chignon con forcine e lacca, per poi passare al viso con trucchi e ciprie degni di una geisha.

Al saggio si poteva finalmente mettere in mostra il sogno di tutte le bambine: il tutù.

I mille strati di tulle colorato venivano provati tante e tante volte dalle sarte che ne avevano preso le misure, ma ciò nonostante la tradizione voleva che al saggio nessuna indossasse mai al meglio il proprio tutù, troppo stretto, corto, largo o ancor peggio trasparente.

Ancora vivida l’emozione che si provava nello stare dietro le quinte, nell’andare in scena, nel ricevere  gli applausi e i fiori delle famiglie (nonni, cugini, zii inclusi) che pazientemente subivano tre ore di bambine goffe piroettanti.

Altro elemento degno di nota è il teatro che ogni anno ci ospitava, il rimpianto Teatro in Fiera, un luogo importante per Messina, chiuso nel 1995 e lasciato in un stato di abbandono vergognoso, una ferita ancora aperta per la città.

Un pezzo di Messina che non c’è più e ci manca.

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Patrizia scaletta primerano
Patrizia scaletta primerano
8 Maggio 2017 23:30

Riguardane la storia.la scuola di danza era situata alla camera di commercio.la frequentavo nel 1956.poi si sposto’ al teatro vittorio emanuele sino al 1972 dove aveva sede in contemporanea il “corelli “.frequentavo ambedue e ne sono certa.la prioli era nostra avversaria non temuta.la preparazione ottenuta dai nostri maestri era superiore.

Linda C.
Linda C.
9 Maggio 2017 14:35

Grazie Signora Patrizia.
Purtroppo ho fatto alcune ricerche ma non sono riuscita a trovare molte informazioni sulla storia passata dell’Accademia, quindi mi sono affidata ai ricordi e alla mia esperienza personale. Sarebbe molto interessante andare alla ricerca di fonti passate ancor più antiche. Un caro saluto.
P.s. quindi era la sede del Corelli quella che frequentavo?

Linda C.
Linda C.
9 Maggio 2017 14:45

Altro nome degno di nota è quello di Ivana Villari. Insegnante e coreografa se non sbaglio allieva di Tomas…bravissima!

Linda C.
Linda C.
9 Maggio 2017 20:56

Ho scoperto grazie a questo articolo che il maestro T. G. e la maestra Villari insegnano ancora a Messina all’ Accademia Eurodanza 2000 e questa cosa mi riempie di gioia 🙂