Spuntano nuovi nomi nelle indagini sulla combine del Messina calcio. Tra gli indagati ci sarebbero i nomi dell’attuale portiere della squadra peloritana, Alessandro Berardi. Con lui anche il dentista di origini libanesi ma residente a Messina Khakifer Abdel Halim, detto Abudi, lo studente di medicina, Salah Iach, i commercianti, Bruno e Ugo Ciampi, padre e figlio e il giocatore di Texas Hod’em, il messinese E. N.. Tutti sono stati sottoposti nei giorni scorsi a perquisizioni –come scrive Nuccio Anselmo sulla Gazzetta del sud – e al sequestro di computer e telefoni da parte della Guardia di finanza che deve verificare se ci sono stati contatti tra di loro prima di quattro partite giocate tra dicembre del 2015 e maggio 2016.

L’indagine delle Fiamme gialle, coordinata dalla procura di Messina è scaturita da alcune segnalazioni di Federbet, la federazione no-profit che vigila sulla regolarità delle scommesse in Europa, insospettita da flussi anomali di scommesse su queste partite. Dopo la denuncia di un anno e mezzo fa della federazione europea, il sostituto procuratore, Francesco Massara, ha aperto un fascicolo corposo in cui adesso risulterebbero indagate 40 persone circa. L’indagine riguarda quattro partite di Lega Pro del girone C, disputate dall’Acr Messina: Casertana – Messina, giocata il 21 dicembre del 2015, finita col risultato di 4 a 1; Messina – Martina Franca, giocata il 9 gennaio successivo e 3 a 0. Poi ancora, la disfatta del Messina con Benevento, ovvero il 5 a 0 subito il 16 gennaio, e l’incontro con la Paganese del 14 febbraio, sempre del 2016, finito 2 a 2.

Tra gli indagati, l’ex attaccante del Messina, Arturo Di Napoli. “Re Artù”

era all’epoca delle partite l’allenatore del Messina. Di Napoli, che in carriera ha giocato pure per Inter, Napoli e Salernitana, era stato già condannato dal tribunale nazionale federale a tre anni di squalifica e 35 mila euro di ammenda, nel 2016, per la presunta combine della partita L’Aquila-Savona, dopo l’indagine della procura di Catanzaro “Dirty Soccer”, scaturita dall’intercettazione di alcuni affiliati alla ‘ndrangheta.

 

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