Non c’è bisogno di essere accaniti sostenitori di Renato Accorinti per rendersi conto che in questi pochi anni è stata scritta una pagina di storia e ieri più che mai. Ieri non si è salvato Renato, ieri è stata salvata la nostra città dal periodico saccheggio dei soliti noti. I soliti, vecchi, bigotti paleodemocristiani che hanno adescato i consiglieri comunali più insospettabili come un pedofilo fa con un bambino indifeso.

Dopo anni di lavoro serio, onesto, pulito e audace, dedito solo alla cura della città, ieri Renato Accorinti ha demolito, speriamo definitivamente, il potere dei politici di professione e dei nullafacenti. E, almeno per un po’, ha tappato la bocca degli sciacalli on line, dei giornalisti improvvisati, dei miserabili sconfitti, affogati dal loro stesso veleno. Mi ricordo le pagine meravigliose in cui Pablo Neruda descriveva i ricchi fascisti cileni seduti davanti alle tavole imbandite, con le bottiglie di champagne chiuse, mentre il popolo festeggiava Salvador Allende. Allende fu assassinato pochi anni dopo e anche il nostro Sindaco non avrà vita facile. Ma una cosa è certa. La giustizia non è un giochetto da tribunale. La giustizia è la verità che spazza via gli idioti, gli arroganti e i miserabili. Ieri è stata fatta giustizia e sarà vera vittoria se almeno uno di loro si guarderà allo specchio stamattina e, anche solo per un attimo, si vergognerà. Quello sarà l’attimo in cui forse per la prima volta nella sua vita assaporerà il gusto della giustizia.

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