CAPO D’ORLANDO. I terreni erano incolti e i mezzi non erano mai stati utilizzati. Secondo le verifiche del nucleo tributario della Guardia di finanza le certificazioni del consorzio Agridea di Capo d’Orlando non corrispondevano alla realtà. I documenti, infatti, attestavano una piena attività agricola, tanto da movimentare fatture per 67 milioni di euro e ottenere contributi europei per due milioni e mezzo.

I terreni però erano incolti per il 62 per cento e i mezzi dal giorno dell’acquisto non erano mai stati toccati, di attività di raccolta e vendita poi nessuna traccia. Adesso cinque persone sono state iscritte nel registro degli indagati dalla procura di Patti per truffa aggravata ai danni dello Stato, e tra loro anche l’ex sindaco di Capo d’Orlando Enzo Sindoni. Oltre lui anche Giuseppe Micale, responsabile legale di Pac e Upea, Basilio Scaffidi Chiarello, il tuttofare dei tre consorzi che hanno sede nello stesso plesso, e il contabile Leuccio Tonarelli

Mentre è stato notificato lo scorso 24 gennaio il decreto di sequestro di un milione e 900 mila euro in assegni e automezzi per Santino Gori, legale rappresentante del consorzio di Agridea. Questo è il risultato dell’operazione “Agrumi d’oro” della Guardia di finanza che ha scovato il vorticoso giro di fatturazione false per ottenere fondi europei.

Due milioni e mezzo di euro, ma potevano essere di più: le fiamme gialle hanno fermato appena in tempo l’ultimo contributo in arrivo dalla Ue di 600 mila euro. I finanzieri hanno incrociato la documentazione presentata da Agridea – un consorzio di imprese agricole senza fini di lucro -, presso gli uffici competenti per ottenere i contributi comunitari e l’insieme delle movimentazioni bancarie e contabili della società. Un’indagine svolta dal 2011 al 2015 dalla Guardia di finanza.

Ma il consorzio risultava già coinvolto in inchieste analoghe, risalenti al 2008 e al 2010 che avevano portato all’arresto dell’ex sindaco di Capo d’Orlando Enzo Sindoni, all’epoca legale rappresentante di Agridea che non fu poi mai rinviato a giudizio ottenendo invece l’archiviazione per mancanza di prove.

Dal 2011 una grossa fatturazione di 67 milioni, di cui due e mezzo di fondi Ue, che i finanzieri hanno ritenuto falsificato abilmente, perché l’attività risulta inesistente. Un gioco di scatole cinesi che ha inizio da Agridea per smistare ad altri due consorzi la fatturazione: Pac e Upea entrambi riconducibili ad Agridea. Quest’ultimo anche coinvolto nelle precedenti indagini, nonché “gold partner” della squadra di basket locale di serie A. Nella proprietà della Agridea risultano anche altre società, Apar di Carlo Miceli &C. Sas, Capoas Cooperativa, Gaetano Rao, l’Azienda agricola Merlino.

Le scatole sembrerebbero tante. Mentre gran parte degli agricoltori che il consorzio certificava come propri associati avrebbe negato qualsiasi tipo di rapporto con Agridea.

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